Come spiegare la raccolta differenziata ai bambini
Posto che la raccolta differenziata non è ancora – purtroppo – abitudine felicemente accolta e praticata da tanti adulti, sarebbe comunque scorretto e svalutante pensare che i più piccoli non siano in grado di comprendere come singole azioni possano fare molto per rendere migliore e proteggere il luogo in cui vivono.
L’importanza della raccolta differenziata è un tema che può riguardare da vicino la vita dei nostri bambini: può scaturire da una curiosità come il domandarsi “Che fine fanno gli oggetti che butto nel cestino della spazzatura?” o ancora da una reale necessità di capire “Che farci con l’imballaggio del gioco che mi hanno appena regalato?”.
Che sia per soddisfare uno spontaneo interesse oppure per comprendere perché gli altri membri della famiglia suddividono scrupolosamente i rifiuti domestici per categoria, insegnare la raccolta differenziata può essere un’attività stimolante e, perché no, divertente e creativa, per parlare ai bambini di temi più grandi e renderli partecipi di un modo di vivere più rispettoso dell’ambiente.
Ne parliamo con Laura Colosio, divulgatrice scientifica e responsabile dell’associazione IDEA, impegnata in progetti di educazione ambientale, didattica e divulgazione scientifica a Milano e Provincia.
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Come spiegare la raccolta differenziata ai bambini
“La cosa più importante quando si vuole spiegare un concetto è come sempre capire e far capire di cosa stiamo parlando. Ovvero: cosa si intende per riciclare?” spiega Laura Colosio.
“Con i bambini più piccoli è difficile introdurre concetti come “sostenibilità” o “spreco”. Una soluzione può essere “spacchettare” il tema, mostrando con esempi pratici come ci comportiamo rispetto agli oggetti che buttiamo.
“Prendiamo ad esempio l’umido, spiegando che gli avanzi del nostro cibo diverranno a loro volta cibo per piccolissimi organismi che trasformeranno i nostri rifiuti in compost, ossia nutrienti per le piante dei vasi in giardino”.
“Anche la carta, se correttamente raccolta e consegnata al bidone giusto, potrà permetterci di avere nuovi fogli per fare nuovi disegni. Oltre alle parole, anche vedere la realtà circostante può suscitare forte interesse: se al parco o in spiaggia incappiamo in un rifiuto utilizziamolo come spunto per dire che se quell’oggetto abbandonato fosse stato gettato al posto giusto la spiaggia o il prato sarebbero più belli e vivibili. La consapevolezza e la conoscenza sono la prima forma di educazione.
“Con i più grandi, i bambini in età scolare, si può ragionare sul significato del termine riciclo: l’etimologia della parola è composta da ri, che significa “nuovo” e ciclo, derivante dal greco “kyklos” che significa cerchio, giro. In natura i cicli della materia e dell’energia sono alla base della vita, il concetto di sistema chiuso in cui nulla si crea e nulla si distrugge è quindi quello a cui anche l’uomo dovrebbe ispirarsi per rimanere in equilibrio con l’ambiente. Basti pensare che in questa fase scolastica i bambini studiano il ciclo dell’acqua, argomento con molte attinenze”.
Come educare i bambini alla raccolta differenziata
“Le buone abitudini sono il miglior modo per educare i bambini alla raccolta differenziata – spiega la divulgatrice ed educatrice scientifica -. Ad esempio, correggere la pratica scorretta di buttare e ricomprare gli oggetti di uso quotidiano invece che ripararli o portarli a riparare potrebbe essere un grande insegnamento per tutti in famiglia e diventare l’inizio di un nuovo modo di considerare il valore delle cose, dei materiali e delle materie prime. Questo approccio apporta vantaggi a livello economico e di sostenibilità perché riparando e riutilizzando si combatte lo spreco di denaro oltre che di risorse del pianeta. Non c’è un momento più indicato per cominciare a educare i bambini alla differenziata: l’esempio e l’attenzione degli adulti al tema dei rifiuti un importante stimolo all’emulazione da parte dei più piccoli”.
Giochi per bambini sulla raccolta differenziata
Dai 3 ai 6 anni: come fanno i lombrichi
“Già i bambini più piccoli dai 3 ai 6 anni potrebbero essere affascinati dalla vita dei lombrichi, grandi “riciclatori” naturali” – spiega Colosio -. “Lo spunto da cui partire potrebbe essere “il lombrico cosa ricicla?“. Principalmente questi simpatici invertebrati, vermi chiamati anellidi, fanno passare attraverso il loro lungo intestino frammenti di foglie e animali morti trasformandoli in humus, ovvero la parte fertile del terreno. In questo modo questi organismi, che avevano concluso la loro vita, ritornano nel ciclo della vita trasformati, o meglio scomposti nei loro elementi più semplici, attraverso le radici delle piante. Questo tema lo si può affrontare osservando questi animaletti tra le foglie durante una passeggiata al parco oppure ipotizzando una vera e propria esplorazione in un contesto naturale con lente d’ingrandimento. La spiegazione, dunque, sfrutta in parte la metafora di cosa fanno altri animali “naturalmente” quando si tratta di riciclo. Il discorso potrebbe proseguire aggiungendo che quando si ricicla qualcosa avviene proprio la stessa cosa che fanno i lombrichi: carta, vetro, legno, metallo, plastica rientrano nel ciclo di produzione e ritornano a essere nuovamente lo stesso oggetto oppure diventano qualcosa di diverso, come nel caso dell’humus che si trasforma in una pianta o di una bottiglia di plastica che, riciclata, diventa un nuovo oggetto”.
Dai 6 anni in su: la compostiera
L’esempio del lombrico può essere riproposto a bambini dai 6 anni in su attraverso un altro tipo di esperienza, come costruire una compostiera da balcone o da giardino. La compostiera servirà poi a smaltire una parte dei rifiuti organici (il cosiddetto umido) prodotti a casa nostra. Per costruire un lombricaio/compostiera è necessario avere un contenitore di polistirolo che fungerà da “casa” per i nostri amici, un po’ di foglie secche, cartone spezzettato e terriccio per creare il substrato di base. Il contenitore dovrà essere forato sul fondo per permettere la fuoriuscita dei liquidi in eccesso, che altrimenti farebbero marcire il materiale. Bisogna aggiungere inoltre una rete per non far uscire i lombrichi.
A questo punto si potrà mettere terriccio, cartone a pezzettini e foglie sopra la retina e dopo aver inumidito leggermente il terreno (senza infradiciarlo) è il momento di inserire i lombrichi. Potrete aggiungere poi circa 3 cm di residui organici vegetali finemente spezzettati e coprire con un foglio di giornale e un coperchio, lasciando una leggera fessura per il passaggio dell’aria.
Tenete la compostiera in un posto riparato dal gelo e dal sole diretto (in classe, in giardino, in cortile o sul balcone all’ombra contro un muro, in garage).
Passate due settimane, potrete aggiungere una volta alla settimana uno strato di pezzetti di cartone (non colorato e non patinato, senza adesivi) seguito da 3-5 cm di residui organici ben sminuzzati mettendo pari volumi di componente “verde” e di componente “marrone”.
- per la componente “verde” aggiungere bucce di frutta (tranne agrumi), verdure, ortaggi, erba, bustine del tè, fondi di caffè
- per la componente “marrone” aggiungere tovaglioli di carta, cartone o foglie
Importante: non mettete nella compostiera residui di origine animale come carne, pesce o latticini, bucce di agrumi, cibo cotto e condito, pezzi di aglio e cipolle, grosse quantità di pane, residui duri come gusci di frutta secca e noccioli.
Tenete sempre monitorata l’umidità: Il compost deve essere umido ma non “inzuppato” e deve mantenere una buona areazione. Se diventa troppo compatto o troppo bagnato o se emette cattivo odore aggiungete carta e cartone ed areate un po’ . La formazione di muffe e filamenti indica che tutto procede correttamente e la decomposizione è avviata. In questo modo aumenterà anche la voglia di mangiare più frutta e verdura per alimentare la compostiera”.
Dai 6 anni in su: lavoretti creativi
Sempre per i più grandi è possibile approfondire il concetto di riuso, la pratica che allunga ancora la vita degli oggetti trasformandoli in altri oggetti utili o esteticamente gradevoli.
Le capsule del caffè di alluminio, per esempio, sono un elemento che si presta alla creazione di gioielli, orecchini, collane ma anche portacandele, fiori decorativi, ghirlande e decorazioni natalizie oltre che giocattoli come serpentelli snodati, strumenti musicali, pupazzetti.
Tutte queste creazioni si trovano facilmente sul web e sono spunto per attività creative stimolanti per i più grandi e in famiglia, con l’aiuto dei genitori per i più piccoli.
Libri da leggere su riciclo e raccolta differenziata
L’attenzione ai temi della sostenibilità, e dunque anche della raccolta differenziata è entrata prepotentemente tra i temi dei libri per l’infanzia. Qui una selezione di titoli per fascia d’età
- I protagonisti delle avventure della collana “Nina e Nello con la natura” (Sassi editore per bambini dai 3 ai 6 anni) si affacciano con semplicità al tema delle materie prime, del loro corretto utilizzo nel rispetto dell’ambiente.
- “Dove finiscono i nostri rifiuti? Scopriamolo insieme” è un vero manuale che intende rispondere alle domande più comuni cui spesso neanche i genitori sanno affrontare (Tourbillon editore, dai 6 anni).
- “La raccolta differenziata” contiene curiosità, numeri e idee per comprendere la necessità e l’urgenza di smaltire in modo corretto. (Giunti Editore, dai 7 anni)
- “Storie di ragazzi e ragazze che vogliono salvare il mondo” (De Agostini editore) per bambini dai 9 anni offre una carrellata di storie di piccoli eroi dell’ambiente in grado ispirare al cambiamento giovanissimi lettori.